VERGINITA’: SCALATORE O CACCIATORE DI TOMBE?

Tuts_Tomb_OpenedCol passare degli anni e – di conseguenza – delle generazioni, il “mito” della verginità femminile è andato via via dissolvendosi a vantaggio della precocità. Sarebbe inutile parlare di quella maschile perché più o meno viene considerata come un pensiero da togliersi il prima possibile. Per le donne, invece, si è trasformata  – per molte – da “dono da salvaguardare” a busta di rifiuti indifferenziati che ti scocci di tenere in casa. Conoscere una ragazza vergine – di questi tempi – è come vedere un unicorno o uno yeti.
Non fraintendetemi… non voglio giudicare, in questa sede, né chi è troppo precoce né – tantomeno – chi è troppo “conservatrice”; voglio invece soffermarmi a guardare la questione dal punto di vista maschile.
Il rapporto di un uomo con la verginità femminile – a mio modesto avviso – si può racchiudere in due macro categorie: scalatori e cacciatori di tombe. Ecco, sinteticamente, le caratteristiche che le differenziano:
Lo scalatore, notoriamente, mira a raggiungere per primo le vette delle catene montuose più alte ( e non a caso anche quelle cominciano a scarseggiare). Tanti valorosi eroi hanno perso la vita cercando di raggiungere quell’agognata meta, in pochi ci sono arrivati e non senza qualche salutare scivolone. Mettere – per primo – la bandierina su quella cima con la consapevolezza che “la salita è dura, ma dall’alto la vista è splendida” equivale alla realizzazione di un sogno, all’ingresso trionfale nella storia dell’alpinismo.
Il cacciatore di tombe, invece, pur desiderando di essere il primo ad entrare in una tomba, in cuor suo preferisce che il sito sia stato già profanato da altri, preferibilmente senza la compromissione della struttura portante. La storia dell’archeologia, infatti, è piena di casi in cui gli scopritori sono misteriosamente rimasti vittime delle maledizioni degli ospiti originari. Chiedere a Tutankhamon per conferma.
Allora… scalatore o cacciatore di tombe?

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